Il Monte Bianco e la Val Veny: custodi della Natura e dello Spirito


Ho trascorso un weekend intero in Val Veny, vallata alpina situata ai piedi del massiccio del Monte Bianco, a camminare e passeggiare in questi luoghi, a volte insieme a molte persone e a volte in solitaria, un weekend in cui spesso il mio sguardo si è posato sulle pareti rocciose e sulle alture, che si stagliano appena sopra il bosco secolare del Peuterey, per ammirarne lo splendore.

Questi luoghi, ricchi di natura, pullulano di vita e sono sedi di numerose leggende della Valle d'Aosta. Una di queste narra di un gruppo di bellissime fate che pascolavano le loro greggi di camosci sulle sponde fiorite del lago del Miage – il lago situato accanto al ghiacciaio che scende sulla Val Veny - dove si diceva crescessero fiori di incredibile rarità. 

Un giorno dall'alto delle vette impervie del Bianco alcuni diavoli osservarono le graziose pastorelle e decisero di farsi avanti con proposte amorose e avances. Le fate, inorridite, si diedero alla fuga e questo indispettì gli spiriti maligni che per sfogare la loro rabbia scrollarono le rocce dalle montagne circostanti, ne riempirono la conca sottostante, e non contenti fecero scendere il ghiacciaio fino a valle, ricoprendo i pascoli fioriti. 

Un'altra leggenda narra del gigante Gargantua che diede disposizioni sulla distribuzioni delle parti del suo corpo dopo la sua morte, e alla Valle d'Aosta lasciò un dente da infliggere tra i ghiacci del Monte Bianco; da qui il nome di Dente del Gigante per la sua caratteristica forma. 

Un'altra invece tramanda che quella sia la prigione di numerosi spiriti maligni della Valle d'Aosta: si dice, infatti, che un potente mago giunto da oriente e commosso dalla popolazione locale per i continui tiri di folletti e spiriti d'ogni sorta, decise di attirare tutti gli spiriti malvagi e di imprigionarli all'interno delle pareti rocciose del Monte che da qui prese il nome di Bianco in segno augurale.

Tuttavia questi luoghi sono tutto fuorché maligni: il cuore infatti si apre, palpita e si meraviglia alla contemplazione della fitta vegetazione dei boschi, delle imponenti pareti rocciose, delle soffici nuvole che accarezzano le vette, delle cascate che volano a picco dall'alto, del fluire della Dora, del sole che filtra tra i rami di ontano e del canto del ghiacciaio che lavora con la roccia, tutto seguendo il ritmo del respiro armonioso della Natura che cospira alla creazione continua della valle.

Le leggende che parlano di queste terre sono quindi una testimonianza certa di un passato in cui la natura era sacra e gli spiriti "maligni" non erano nient'altro che i custodi delle sue potenti leggi, un passato che tuttavia è ancora lì, presente e rivelato agli occhi di chi si mette in Ascolto.


Nella pratica sciamanica è possibile contattare l'anima dei luoghi per rintracciarne la saggezza perduta e sepolta nei secoli. Essi infatti possiedono una memoria del passato che risuona ancora sotto forma di eco, che un orecchio attento e rispettoso può ancora ascoltare, o un occhio vigile e aperto può leggere come un libro. 

Ho avuto la possibilità di tenere dei laboratori di pratiche sciamaniche a Celtica, una delle feste più conosciute e importanti della Valle d'Aosta. In questo contesto, le persone, attraverso il respiro, hanno potuto fare una profonda esperienza di fusione con le energie sottili dei luoghi e il flusso luminoso della Natura. 

Le pratiche avevano lo scopo di sciogliere l'ego e permettere all'Anima di scorrere nuovamente verso una direzione consapevole. Abbiamo richiamato le forze ctonie e le energie primordiali della terra, abbiamo chiesto agli spiriti della natura di portarci attraverso il respiro là dove fosse necessario e sono giunte potenti guarigioni e insights. L'insegnamento degli spiriti è che la Creazione si manifesta attraverso innumerevoli forme ed ogni singolo essere vivente è manifestazione di questa Perfezione e se durante una passeggiata da quelle parti vi fermerete un'istante a tendere l'orecchio, la montagna e il ghiacciaio saranno pronti a sussurrarvelo.


Alberto Fragasso