La coscienza degli Alberi: maestri di grande Bellezza e Sensibilità

Difficile per il mondo moderno comprendere il grande rispetto che veniva dato alle vaste foreste che popolavano l'Europa ai tempi dei Celti. Nell'immaginario popolare, i druidi, sacerdoti di questo popolo, vengono spesso associati ai cerchi di pietre. Tuttavia questi monumenti delle religioni megalitiche appaiono molto prima dell'avvento dei Celti. Una descrizione classica, offerta da Plinio nelle Naturalis Historia, associa infatti i druidi, e di conseguenza anche i Celti, con la venerazione degli alberi:

"I Druidi - così si chiamano i maghi di quei paesi - non considerano niente di più sacro del vischio e dell'albero su cui esso cresce, purché si tratti di un rovere. Già scelgono come sacri i boschi di rovere in quanto tali, in più non compiono alcun rito religioso se non possiedono fronde di questo albero [...]In realtà essi ritengono tutto ciò che nasce sulle piante di rovere come inviato dal cielo, un segno che l'albero è stato scelto dalla divinità stessa".

I boschi in special modo erano considerati sacri, e questa devozione nei confronti delle foreste e degli alberi persiste in Irlanda fino a un periodo recente e rimane tuttora nel folklore popolare. Gli alberi sacri, infatti, chiamati bile, come la quercia e il frassino, sono inviolabili in queste terre, e tagliarne uno è considerato un terribile crimine. Nel mondo druidico quindi gli alberi avevano una grande importanza, essi erano grandi maestri e colonne. Ma lasciamoci alle spalle tutte queste teorie, sgomberiamo il cervello e abbandoniamo i pensieri. Proviamo a sentire con il cuore, con qualche profondo respiro, ed ecco che gli alberi ci rispondono, mostrandoci qualcosa di nuovo, legato all'esperienza della coscienza che va aldilà di ogni documentazione e ricerca.

Contemplando un albero, noteremo con grande stupore che la sua struttura è molto simile a quella di un uomo. Ha delle radici solide che lo tengono ancorato alla terra, un tronco che lo spinge verso l'alto e una chioma fluente di rami e foglie che sfiora il cielo e si allarga verso l'esterno, proprio come l'essere umano, che possiede un paio di gambe, dei piedi che lo trattengono alla terra, un busto solido, braccia come rami e una testa come chioma. Per noi gli alberi sono come dei parenti stretti e con loro abbiamo molto in comune, tanto da non rendercene nemmeno conto.

Il ciclo delle stagioni ha per gli alberi una grande importanza. L'estate è il periodo di massima abbondanza e prosperità, è la vetta del loro potere, si esprimono come stelle danzanti e la loro energia è molto più fluente, manifesta e palpabile. L'inverno invece è un momento di introspezione, di chiusura, l'energia dell'albero infatti si rintana nella terra per resistere al freddo e l'albero si assopisce, raccogliendo le forze e ricapitolando le memorie di tutto quello che ha vissuto e sentito durante il resto dell'anno. La primavera e l'autunno invece sono due fasi in cui a seconda che ci si trovi nell'una o nell'altra stagione l'albero è in crescita ed espansione o tendente al raccoglimento.

Questo ci insegna molto sulla natura e i suoi cicli, ma dovrebbe insegnare molto anche alla nostra coscienza, che armonizzandosi con l'energia degli alberi, entrerebbe in maggiore sintonia con il potere trasformativo del ciclo della Terra, con il quale dovremmo essere sempre in contatto per il nostro maggior benessere. Ma gli spiriti degli alberi non sono sempre facili da avvicinare, poiché sono entità molto sensibili. Hanno un tocco sottile particolare, troppo differente da quello dell'uomo che è abituato ad abbatterli senza rispetto, disboscando intere foreste. L'essere umano ha perseverato in questo intento per secoli e tuttora lo fa, quindi la difficoltà nell'approccio con loro sta proprio in questo, nel comprendere il rapporto che deve instaurarsi tra i due mondi, una nuova simbiosi fatta di maggiore rispetto ed equilibrio. Tuttavia è anche vero il contrario, proprio per la grande sensibilità che è insita nella loro natura, gli alberi sono degli spiriti con grande compassione, vogliosi di comunicare a chi conosce il modo di aprire loro il cuore con delicatezza, perchè non lo fa più nessuno da tempo. Sono ansioni di riprendere il contatto con l'uomo, di ristabilire un'antica alleanza e di scambiare con lui gli insegnamenti che l'universo gli sussurra.

Il metodo migliore per farlo è quello di comunicare con il cuore, poiché nessuna creatura meglio degli alberi comprende il cuore. Se appoggiate l'orecchio sul tronco di un albero, la linfa che sentirete scorrere nel tronco, a volte vi sembrerà proprio un cuore che pulsa. Gli alberi in ogni caso sono creature stabili e presenti, per questo bisogna conoscerli se la nostra vita ci sembra caotica, se non riusciamo a trovare il nostro posto nel mondo o se ci sentiamo fluttuanti senza meta, risulterà un grande toccasana per persone su questa lunghezza d'onda, sedersi ai piedi di un albero e rimanere ad ascoltare la sua  presenza e il suo forte ancoraggio al terreno.

Ma più di ogni altra cosa, l'albero respira. Il respiro è la nostra forza vitale, noi esseri umani siamo chiamati a respirare quotidianamente ed è proprio il respiro che unisce ogni singolo uomo, lontano da qualunque tipo di differenza fisica, mentale e di credenze, senza contare che respiriamo la stessa aria dei nostri avi. Il respiro ci connette tutti quanti, umani, animali e piante. Gli alberi però respirano in modo particolare. Tutti infatti sono a conoscenza del processo di fotosintesi clorofilliana che li distingue. Essi riescono a trasformare la luce in energia e convertono l'anidride carbonica in ossigeno. Gli alberi sono il grande polmone della Madre Terra e come tali vanno rispettati, senza gli alberi non potremmo sopravvivere. La luce quindi diventa il fondamento di un processo vitale che esiste dalle origini del mondo, per questo dovremmo essere grati al mondo per gli alberi e agli alberi stessi. Siamo talmente abituati a respirare e a pensare che certe cose esistono e stanno lì da sempre che non facciamo più caso alla loro importante funzione e ce la dimentichiamo, perdendo il contatto primordiale con noi stessi e con il mondo.

Gli alberi ci insegnano a conoscere la luce a sfruttarne l'immenso potere per trasformare ciò che ci nuoce, ci insegnano il prisma di colori che scaturisce proprio da essa e non a caso per molte culture sciamaniche l'albero è colui che aiuta a salire nei mondi Superiori allo stesso modo dell'arcobaleno, come ponti che uniscono le realtà. L'albero è un grande maestro che va avvicinato con cautela, ma che continua e continuerà a dispensare sorprendenti insegnamenti, tutto sta a noi, saperci avvicinare con il cuore e lasciarsi cullare dal fruscio delle fronde.


Alberto Fragasso